Amoretto

1990-1991


AMORETTO di Arthur Schnitzler

Traduzione di Paolo Chiarini


Regia  Massimo Castri

Scene e costumi  Maurizio Balò

Musiche originali  Bruno De Franceschi

Luci Sergio Rossi


Interpreti: Alarico Salaroli (Hans Weiring), Sara Bertelà (Christine), Maria Michela Ariis (Mizi Schlager), Bruna Rossi (Katharina Binder), Luciano Roman (Fritz Lobheimer), Mauro Malinverno (Theodor Kaiser), Silvano Melia (un signore)  


Produzione: ATER/ ERT

Debutto: Modena, Teatro Storchi, 18 gennaio 1991.


Note:

Ripresa 1991-1992

Debutto: Castelfranco Veneto, Teatro Accademico, 7 gennaio 1992

INTERVISTA A MASSIMO CASTRI

"Solo gli spettatori più avvertiti potrebbero notare che Amoretto è una sorta di parodia di Cabala e amore di Friedrich Schiller. Ma tutti potranno rendersi conto che Amoretto racconta allo stesso tempo due storie, mostrandone solo una. L'altra, che è lasciata dietro le quinte e solo raccontata dai personaggi è una classica vicenda da tragedia romantica: un amore che sfida il matrimonio, la scoperta del tradimento, il.duello. L’ aspetto straordinario di Amoretto è che tutto questo è visto attraverso un'altra vicenda amorosa dello stesso protagonista romantico, un'avventura con una ragazzina, che lo crede innamorato di lei. Dunque se tratta essenzialmente di una trama di falsità, di egoismi, di false comunicazioni.


È lo Schnitzler che racconta i retroscena dell'amore, il “doppio” di Freud con un approccio "naturalmente psicoanalitico"?


Sì. A una prima lettura della commedia non viene fuori lo scrittore della psiche che abbiamo in certi racconti come Doppio sogno; ma se ci si bada, emerge per esempio la straordinaria importanza che hanno i lapsus in tutta la vicenda, e di qui si può partire per comprendere la precisione psicologica di questo testo. È davvero una lezione di umiltà per chi lo mette in scena:  non c'è una battuta che non sia necessaria, che non abbia un preciso peso nelle relazioni. Quello di Amoretto è uno sguardo presbite, che vede lucidamente le piccole menzogne e le piccole motivazioni dei piccoli animali umani... un occhio cattivo ma precisissimo, che non si lascia sfuggire niente della casualità e dell'insensatezza delle vicende degli uomini. Tutto ciò è espresso da una scrittura minimalista, che non cerca mai di essere letteraria, ma ha una precisione e una forza straordinaria. A me ricorda Cecov… 


Siamo quindi in quella zona della dissoluzione del dramma borghese che lei ha esplorato così a fondo?


No, non è questo il punto. L’ operazione qui è inversa a quella di Ibsen, che mette in scena delle situazioni tragiche svelandone progressivamente il carattere di commedia. Qui si parte da un tono leggero, dal gioco sentimentale della commedia, e se ne seguono gli echi fasulli, le falsità, le menzogne, l'orizzonte di cartapesta in modo da aprire spazi che aspirano a essere tragici, e direi proprio che ci riescono.


Ugo Volli, Castri: “attenti ai lapsus”, La Repubblica, 24 gennaio 1991

Amoretto, Programma di sala _AERT

A. Ma. [Andrea Marcheselli], Un secolo di giovinezza, Gazzetta di Modena, 18 gennaio 1991

Alarico Salaroli, Sara Bertelà ph_Marcello Norberth AERT

Bruna Rossi, Alarico Salaroli ph_ Marcello Norberth AERT

Luciano Roman, Mauro Malinverno ph_Marcello Norberth AERT

Silvano Melia, Luciano Roman ph_Marcello Norberth AERT

BOZZETTI DEI COSTUMI di Maurizio Balò 

BIBLIOGRAFIA

Maria Maderna, La ronda dell'amore: Amoretto e Girotondo gli allestimenti di Castri da Schnitzler, pp. 59-71 in  Massimo Castri e il suo teatro: settimana del teatro 30 marzo - 5 aprile 1992, a cura di Isabella Innamorati,  Bulzoni, Roma, 1993