Il Bianco, l'Augusto e il Direttore 

ACTB

1976-1977

IL BIANCO, L’AUGUSTO E IL DIRETTORE. STORIE DI CLOWNS di Massimo Castri


Regia  Massimo Castri

Scena e costumi  Maurizio Balò


Interpreti: Ruggero Dondi (Stef, il Bianco), Salvatore Landolina (Trink, l’Augusto), Pieremilio Gabusi (il Direttore)


Produzione: Centro Teatrale Bresciano-Compagnia della Loggetta

Debutto: Brescia, Teatro Santa Chiara, 17 maggio 1977


Note:

Castri vince il Premio I.D.I- Saint vincent nell'ambito della rassegna autori italiani (13 settembre1978). Lo spettacolo viene trasmesso alla radio in diretta dal Teatro Trastevere Roma. 

Ripresa nella stagione 1977-1978

Debutto: Brescia, Teatro Santa Chiara, 5 ottobre 1977

Nel corso della stagione Pieremilio Gabusi viene sostituito da Ermes Scaramelli.

DALLE NOTE DI REGIA  SCHEDE DEL CTB 1977/1

"All'inizio c'è la “Tempesta” di Shakespeare. Nel nostro allestimento di tre anni fa i due “fool” scespiriani erano stati trasformati in due moderni “clowns”. I risultati furono molto stimolanti. Abbiamo così deciso di sviluppare quel tentativo di approccio al mondo dei “clowns”, di approfondirlo e di tentare una sua “autonomia” al di fuori di un contesto spettacolare più vasto e complesso. Stefano e Trinculo, i due fool scespiriani sono diventati Stef e Trink, il Bianco e l'Augusto.

[...] Del patrimonio clownesco (“...misterioso talvolta come i riti di una religione scomparsa…) ci hanno interessato gli schemi e moduli di linguaggio estremamente diretto ma insieme fortemente metaforico, immediato ma non narrativo, bensì basato sui meccanismi della libera associazione e della analogia.

Ci interessano questi modi di linguaggio e di comunicazione teatrale per “tentarli” con contenuti più complessi di quelli tipici della tradizione dei clowns (si potrebbe forse dire con contenuti drammatici già implicati nel mondo del clowns, che una tradizione “degradata” ha dimenticato o trascurato…). 

Ma soprattutto ci ha interessato, al di là del bagaglio tecnico di “comicità”, il rapporto tra il Bianco e l'Augusto.


Questo “legame” un po' misterioso e inspiegabile, ambiguo e terribile (ma non è terribile anche lo strutturarsi del reale su “contraddizioni” che producono altre contraddizioni…? …e ognuno di noi non esperimenta forse la stessa qualità di legame in tutti i tentativi di “coppia” imbastiti nella vita reale?...); questo rapporto di affetto e di lotta, di amicizia che si cementa nello scontro e di amore basato sulla necessità reciproca e sulla impossibilità della solitudine cui risponde una impossibilità della “felicità” in due. [...]


Così questo spettacolo è stato anche un'occasione per sperimentare modi empirici e fantastici di costruzione dello spettacolo in buona parte svincolati da “ipotesi da tavolino”, e basati in gran parte sulla Improvvisazione di palcoscenico, verificata attraverso una continua analisi-discussione tra attori, “coordinatore” e scenografo-costumista, che rinviava subito a nuove forme di lavoro di palcoscenico. [...]


Il Bianco e l'Augusto nascono, come dentro uno specchio magico, dallo sdoppiamento di un'unica figura (il Direttore, ma forse è anche Dio e forse è ognuno di noi…); subito si sentono attratti l'uno dall'altro ma anche divisi e nemici, comincia così la loro misteriosa convivenza necessitata e la loro lotta instancabile; nel corso ed a causa della convivenza e del rapporto i due diversificano e si identificano come “maschere”, il Bianco e l'Augusto; da questo punto il loro rapporto si sviluppa dentro un linguaggio e modi più chiaramente tradizionalmente “clowneschi” - il loro rapporto diventa “spettacolo” -; la fase successiva è l’assunzione da parte del Bianco e dell' Augusto dei ruoli Uomo/Donna e del loro rapporto e lo spettacolo si richiude circolarmente su questa zona, simile-dissimile a quella iniziale, di convivenza e di lotta.

UNA DRAMMATURGIA IN DIVENIRE

Salvatore Landolina, Ruggero Dondi e Massimo Castri in prova ph_ Alabiso ACTB

"Ricordo che la modalità di scrittura di Castri era anomala, non da scrittore o drammaturgo tradizionale; era una scrittura che cresceva nel corso delle prove. Noi provavamo, Massimo tornava a casa e lavorava su alcune scene partendo dalle scene di improvvisazione che noi avevamo realizzato nel corso della giornata. Era a tutti gli effetti una drammaturgia in divenire".


Ruggero Dondi, da un'intervista con Giuseppe Marchetti in Fate tacere quell’uomo! Arnaldo da Brescia. Uno spettacolo al centro della controversia, a cura di Andrea Cora, I quaderni del CTB 2, Iseo LA QUADRA editrice, 2021, p. 117.

Ruggero Dondi ph_Alabiso ACTB

Salvatore Landolina ph_Alabiso ACTB

Salvatore Landolina, Pieremilio Gabusi, Ruggero Dondi ph_Alabiso ACTB

Salvatore Landolina, Ruggero Dondi ph_Alabiso ACTB

Pieremilio Gabusi, Salvatore Landolina ph_Alabiso ACTB

Salvatore Landolina, Ruggero Dondi ph_Alabiso ACTB

Approfondimenti

BIBLIOGRAFIA

Il testo dello spettacolo, anche se in una versione non definitiva non corrispondente a quello effettivamente recitato dagli attori, è stato pubblicato: Massimo Castri, Il Bianco, l’Augusto, il Direttore. Storia molto tragica di clowns, in “Ridotto”, 12, 1977, pp. 10-22.