La vita che ti diedi

1977-1978

LA VITA CHE TI DIEDI di Luigi Pirandello


Regia  Massimo Castri

Scene e costumi  Maurizio Balò

Musiche  Giancarlo Facchinetti .

Luci Luigi Baccanelli


Interpreti: Valeria Moriconi (donn’Anna Luna), Barbara Simon (Lucia), Delia Bartolucci (Francesca), Sonia Gessner (donna Fiorina), Anna Goel (don Giorgio), Marisa Germano (Elisabetta), Ermes Scaramelli (il figlio).


Produzione: Compagnia della Loggetta- Centro Teatrale Bresciano

Debutto: Brescia, Teatro Grande, 3 febbraio 1978.


Note:

“Premio Pirandello Maschere Nude 1978 ” a Valeria Moriconi per l'interpretazione di Donn'Anna Luna.

Ripresa 1978-1979

Debutto: Pavia, Teatro Fraschini, 16 novembre 1978


Nella stagione 1983-1984 Castri riallestisce lo spettacolo in Francia.

LA VIE QUE JE T'AI DONNEE di Luigi Pirandello 

Traduzione Jeannine Bouissy

Adattamento Ginette Herry et Massimo Castri

Regia Massimo Castri

Scene e costumi: Maurizio Balò

Musiche Giancarlo Facchinetti

Interpreti: Margot Lefèvre, Laurence Mayor, Monique Mélinand, Emmanuelle Riva, Martine Schambacher, Françoise Ulrich, Philippe Veys,

Produzione Théâtre National de Strasbourg

Debutto: Starsbourg, Théâtre National, 26 aprile 1984

DALLE NOTE DI REGIA  

Valeria Moriconi ph_Alabiso ACTB

La proposta di un secondo testo pirandelliano esprime l'intenzione di verificare ulteriormente (dopo la linea di lettura aperta con “Vestire gli ignudi”) le profondità, gli spessori, le potenzialità della scrittura pirandelliana, nel quadro intenzionale di una più generale verifica e riappropriazione dell'area del dramma borghese ad una lettura contemporanea.

[...]dal punto di vista tematico, rappresenta uno sviluppo dell'analisi della condizione della donna impigliata nei propri ruoli: un'audace spiazzamento di ottica ci sposta dall'area del rapporto uomo-donna “dentro la coppia”, nell'aria più problematica ed oscura, direi addirittura più temibile per un occhio maschile, della donna madre, della donna ossessivamente fissata al proprio ruolo di madre, ruolo che in questo caso appare chiaramente iperdeterminato sul piano storico-culturale e poi paradossalmente ribaltato in gesto eversivo dalla protagonista tramite un moto, in parte inconsapevole, di iperaccettazione e di rivendicazione eccessiva dello stesso ruolo, che la porta ad una “strategia del desiderio” finalizzata utopicamente alla invenzione di una famiglia “senza padre”. 

[...] Più in generale, prendendo come riferimento la grande area del dramma borghese, se “Vestire gli ignudi” rappresentava un tentativo di indurimento della struttura del dramma nel senso della “crudeltà” in una direzione di lavoro che rinviava a Strindberg, “La vita che ti diedi” è piuttosto un testo che esprime anche nei suoi limiti, la “tentazione della tragedia” presente in buona parte dell'area del dramma borghese come tentativo contraddittorio, ma per questo estremamente significante, di spostamento su un piano di assolutezza tragica della impossibilità di movimento e di rinnovamento della borghesia dell'inizio del secolo, a cui corrisponde una discesa “giustificativa” nelle zone profonde della psicologia del personaggio, quasi fino a far diventare la scrittura del dramma borghese, pur nel rispetto delle superfici formali, una sorta di “scrittura simbolica”.

DALLA RASSEGNA STAMPA

Nella foto: Sonia Gessner, Anna Goel, Valeria Moriconi, Delia Bartolucci, Marisa Germano ph_ Alabiso

Ugo Volli, Donna contro donna per amore di un uomo, La Repubblica, 3 marzo 1978


“Una stanza quasi nuda e fredda di grigia pietra nella vecchia villa” o piuttosto una specie di corridoio alquanto ministeriale e assai prospettico con quattro porte a destra e quattro a sinistra, quattro sedie sghembe da una parte e quattro dall’altra, quattro lampade a globo che pendono dal soffitto, quattro donne in nero indistinguibili fra loro che passeggiano dentro e fuori da quelle porte secondo una logica combinatoria, salmodiando lentamente. Tempi vuoti, ritmi rarefatti, battute ripetute una, due, fino a quattordici volte, parole che passano di bocca in bocca con effetti di eco o cantilena, di coro contrappuntato. La protagonista, la madre, donn’Anna, Valeria Moriconi, e i suoi doppi: prima le quattro donne che le riprendono le battute e i movimenti, anche se la contrastano nell’azione drammatica come un coro nero; poi la donna in grigio, Lucia, l’antagonista, l’amante del figlio Barbara Simon”

Barbara Simon, Valeria Moriconi 

ph_ Alabiso ACTB

Gastone Geron, Pirandello come Eschilo, Il Giornale, 3 marzo 1978


…la seconda parte dello spettacolo ha il suo clou nello straziante incontro fra due maternità ferite, allorché Donn’Anna abbraccia Lucia, la “donna del figlio” che porta in grembo la proiezione  di lui, carne della sua carne. Qui l’invenzione regista ha un’autentica folgorazione nella scena straziante della identificazione - sovrapposizione delle due madri, allorché fa replicare il dialogo invertendo i ruoli fra Anna e Lucia, sicché la giovane assume le parole e le sembianze di Donna Luna. Alla suggestione dell’ardita metafora aggiunge inquietante segno la straordinaria rassomiglianza somatica dell’intensa Barbara Simon con la Moriconi.

Ermes Scaramelli ph_Alabiso ACTB

Dante Cappelletti, La vita che di diedi, Il Dramma n.4 (aprile 1979) pp. 15-17

Allora il figlio, l’unico che non può parlare, che nel testo non esisteva come personaggio sulla scena, appare invece e racconta, attraverso le didascalie che recita, le condizioni di questo dramma. In lui, novello Edipo, che è accecato dall’amore materno e che si acceca in una sua remota volontà di ribellione, si coagulano tuti i silenzi e le inquietudini di cui è intrisa gran parte della nostra vita. Il suo giungere e scomparire in scena, ricordando di esserci proprio in quanto è l’Escluso, produce come un contrappasso allo strapotere della figura materna. E Donna Anna  Luna la vediamo nel suo voler essere e nel suo proiettarsi in altri esseri: le cinque donne che le sono intorno sono tante facce della stessa immagine, a Lei uguali e, al tempo stesso a Lei diverse.

FOTO DELLE PROVE

La vita che ti diedi, prove a tavolino ph_Alabiso ACTB

Valeria Moriconi e Massimo Castri in prova

LA SCENA

Il coro e Valeria Moriconi ph_ Alabiso ACTB

Approfondimenti

BIBLIOGRAFIA

I taccuini di regia de La vita che ti diedi sono pubblicati in: Massimo Castri, Pirandello Ottanta, a cura di Ettore Capriolo, Milano, Ubulibri, 1981.