Il piacere dell'onestà






Ugo Pagliai, Francesca Benedetti

1984_1985

IL PIACERE DELL’ONESTÀ di Luigi Pirandello


Regia  Massimo Castri

Scene e costumi  Maurizio Balò

Musiche [a cura di Massimo Castri]


Interpreti : Ugo Pagliai (Angelo Baldovino), Paola Gassmann (Agata Renni), Francesca Benedetti (La Signora Maddalena), Donatello Falchi (Maurizio Setti), Roberto Vezzosi (il parroco di Santa Marta), Sergio Reggi (il Marchese Fabio Colli), Giusy Carrara (una cameriera), Antonio Ferro (un cameriere)


Produzione: Compagnia P.Gassman-U.Pagliai- Teatro e Società

Debutto: Verona, Teatro Nuovo, 24 ottobre 1984.

SULLO SPETTACOLO

Il piacere dell'onestà 

Copione annotato di Massimo Castri ADMC

"La prima scena del Piacere dell'onestà ha il ritmo trascinante di un'opera dell'Ottocento: gli attori - prima tra tutti la madre dell'enfatica Francesca Benedetti, cui si contrappone l'accentuato impaccio della figlia, Paola Gassman -hanno gesti e pose esasperatamente drammatici. La bella scena di Maurizio Balò - collaboratore stabile di Castri - ha il colore rosso cupo del fuoco e del sangue, tendaggi pesanti come sipari e una tappezzeria screziata e ridondante. Questa ambientazione così precisamente connotata è il presupposto del ribaltamento operato dal regista che nelle sue letture cerca di andare oltre quel "pirandellismo" di maniera che insiste ormai da sempre su un nucleo di temi abusati: il teatro nel teatro, l'indistinguibilità tra sogno e realtà, follia e verità, vita e teatro 

[...] Protagonista dello spettacolo di Castri è un ottimo Ugo Pagliai, beniamino del pubblico televisivo italiano, utilizzato in questa occasione con misura e ricchezza di sfumature. Quando si presenta per la prima volta indossa abiti novecenteschi: è l'uomo massa che cerca di ottenere la sua parte. Entra in scena dalla parte della platea scavalcando quasi la cornice che sottolinea il boccascena. All'inizio timido e impacciato, cerca di farsi accettare da quel mondo che lo ha fino a quel momento escluso. Ma poi eccolo, piccolo aspirante superuomo, mimetizzarsi in quell'universo, con una barbetta e un pesante giaccone. Crede, per un istante, di poter comandare la partita:  visto che ha capito le regole, crede di poter combattere alla pari. [...] Alla fine sarà inevitabilmente sconfitto: la morale, l'ideologia, si rivelano solo un paravento, un utile alibi che nasconde ben altra potenza e che può quindi essere semplicemente abbandonato, come un abito smesso. Baldovino crollerà, aggirandosi come un sonnambulo tra i divani e le poltrone ricoperte di lenzuoli chiare, ormai svuotato dalle sue ambizioni, l‘ impermeabile direttamente sopra il pigiama, sospeso tra fuga e regressione. Non riuscirà a fuggire, la sua patetica ribellione si spegnerà, e di lui ci resterà solo un'ultima sfuggente immagine. Al posto del sipario si chiuderà una vera e propria quarta parete, e noi spettatori vedremo l'intelaiatura di cantinelle che la sorregge. Oltre la finestra che si ritaglia in questo diaframma, accoglieremo per l'ultima volta il suo sguardo disperato".

Olivero Ponte di Pino, Massimo Castri tra Pirandello e ibsen, dattiloscritto, ADMC 

DALLA RASSEGNA STAMPA

PAOLA GASSMANN - UGO PAGLIAI

“Poi sono cominciati i Pirandello. Il primo è stato Liolà, e poi abbiamo fatto uno spettacolo cui tengo molto, Il piacere dell’onestà, con la regia di Massimo Castri. Per noi fu una esperienza davvero particolare. Con Liolà infatti avevamo avuto una conferma della popolarità enorme della nostra ditta teatrale: popolarità dovuta a tutti e due ma in particolare a Ugo, forse, perché aveva avuto un enorme successo televisivo e quindi era seguito da un pubblico nuovo, un pubblico che magari andava a teatro per la prima volta. Recitavamo a Roma in un teatro di 1300 posti e spesso e volentieri facevamo il tutto esaurito. Avevamo un successo notevole. La regia del Piacere dell’onestà, però, mirava di più a selezionare gli spettatori: il risultato fu buono, nonostante lo spettacolo fosse complesso e la critica un po’ in disaccordo con certe scelte registiche. Secondo me, e non perché ne facessi parte, questa edizione del Piacere dell’onestà è stata una delle più belle: “i conti - infatti, si potrebbe dire - tornavano tutti”

Intervista a Paola Gassmann di Giulia Tellini  in www.drammaturgia.it 

Data di pubblicazione su web 24/11/2009, consultato in data 05.02.2022

"Castri segue un percorso completamente diverso nel mettere in scena Pirandello, è logico che sulle prime provochi qualche perplessità fra il pubblico. Poi lo spettatore entra in possesso della chiave di lettura e dimostra di apprezzare il lavoro del regista"

m.b., Pagliai abbandona Pirandello per un "Dinasty" alla francese, 27 dicembre 1984

IL BLOCCO DEI DIRITTI PIRANDELLIANI

È falsa anche la storia che gli eredi di Pirandello avrebbero deciso di non concederle più i diritti di sfruttamento dei suoi testi?

“No, questa storia purtroppo è vera. Già da parte di Marta Abba ricevetti a suo tempo un aprioristico rifiuto. Ora il gruppo di otto eredi del ramo D’Amico, attraverso il proprio avvocato, mi ha reso noto che sono stato sospeso ‘a divinis’ da tutta l’opera di Pirandello. Ciò è accaduto qualche mese fa in occasione delle trattative per realizzare un secondo spettacolo con Ugo Pagliai, dopo Il piacere dell’onestà che, tra parentesi, era andato benissimo, con record stagionale di incassi. I motivi dell’interdizione? Mah! Posso soltanto supporre che evidentemente la riuscita di un’operazione di felice connubio tra un regista di cultura e una compagnia popolare come la Pagliai-Gassman, ha dato fastidio: il matrimonio non s’aveva da continuare. Un’altra prova che in Italia chi tenta di superare steccati e barriere non è ben accetto”

Marco Palladini, Sulla scena sono anni di piombo, "Paese Sera", 8 novembre1985, intervista a Massimo Castri 

BIBLIOGRAFIA

Oliviero Ponte di Pino, Massimo Castri, puente entre Pirandello e Ibsen, El Público Núm.21 (junio, 1985), pp. 62-63