Il piccolo Eyolf

ACTB

1984-1985

IL PICCOLO EYOLF di Henrik Ibsen

Traduzione di Anita Rho


Regia  Massimo Castri

Scene e costumi Maurizio Balò

Luci Guido Baroni


Interpreti: Virginio Gazzolo (Alfred Allmers), Paola Mannoni (Rita Allmers), Nicola D’Adda (Eyolf), Micaela Esdra, (Asta Allmers), Alarico Salaroli (Borgheim), Anna Lelio (la vecchina dei topi)


Produzione: Centro Teatrale Bresciano

Debutto: Pavia, Teatro Fraschini, 21 febbraio 1985.


Note:

Ripresa nella stagione 1985-1986

Intervista a Massimo Castri

Uso le tecniche di Stanislasvskij senza adottare l'organicità del metodo, accostandomi al Piccolo Eyolf ho voluto fare una scommessa: affrontarlo come se fosse un testo naturalistico, operando quindi un doppio straniamento, attraverso la recitazione e attraverso la scenografia. Sono due tecniche di straniamento molto diverse, e creano un triangolo di rapporti dialettizzato e stratificato tra ambientazione, testo, e personaggi.


Questo impianto naturalistico, però si dissolve ma mano che procede lo spettacolo…

Sì, dopo questa scommessa iniziale ho iniziato a togliere. Si opera ma mano un vero e proprio dissolvimento dell'impianto, della recitazione. Tra i testi di Ibsen, questo è il più vicino al Novecento, quello più minimalizzato. È scomparsa ogni ideologia, ogni retorica. L'elemento simbolico trova posto solo in funzione drammatizzante, per avviare il meccanismo ma poi si scopre che è il testo di Ibsen che si avvicina di più a L’uomo senza qualità.


Qual è il meccanismo della dissoluzione di questa forma drammaturgica? 

Per quanto riguarda la scenografia, nel primo atto la didascalia iniziale viene seguita alla lettera; nel secondo è ancora riconoscibile, anche se non c'è più la veranda. E nel terzo scompare anche il fondale, il paesaggio, e resta solo il palcoscenico nudo. e un segno molto chiaro della lettura critica del testo, e si può prestare a diverse interpretazioni. Parallelamente c'è un'evoluzione anche nei personaggi: si tratta di fare il vuoto intorno a loro, e insieme di farli diventare sempre più piccoli, meno superuomini, come realmente sono. Nel finale dello spettacolo c'è un vero e proprio rovesciamento, almeno in apparenza: l'egoismo dei personaggi si trasforma in un altruismo “filantropico". Ma in realtà è sempre la stessa storia, la necessità di riempire con gli altri il proprio vuoto…


Oliviero Ponte di Pino, Castri: "i miei piccoli superuomini", in "il manifesto", 1 marzo 1985.

LA SCENOGRAFIA

Primo Atto. Micaela Esdra, Anna Lelio, Virginio Gazzolo, Nicola D'Adda, Paola Mannoni ph_ Alabiso ACTB

Secondo atto Virginio Gazzolo, Paola Mannoni ph_ Alabiso ACTB

Secondo atto Virginio Gazzolo, Micaela Esdra ph_Alabiso ACTB

Terzo atto Alarico Salaroli, Micaela Esdra ph_ Alabiso ACTB

Terzo atto Virginio Gazzolo, Paola Mannoni ph_Alabiso ACTB

BIBLIOGRAFIA

Lungo viaggio verso il silenzio. L'allestimento di Massimo Castri del "Piccolo Eyolf"  di Ibsen, a cura di Roberto Alonge, Tirrenia Stampatori,  Torino 1985. 


Foto copertina: Virginio Gazzolo, Nicola D'Adda ph_Alabiso