Rosmersholm

1979-1980

ROSMERSHOLM di Henrik Ibsen


Traduzione di Nella Zoja

Adattamento e regia  Massimo Castri

Scene e costumi  Maurizio Balò


Interpreti: Tino Schirinzi (Rosmer), Piera Degli Esposti  (Rebecca)

Voci registrate: Grazia Radicchi, Giovanni Esposito, Antonio Maria Magro, Riccardo Zini, Grazia Sughi


Produzione: Teatro Regionale Toscano e Centro Teatrale Bresciano  in collaborazione con  Comune di Firenze  


Debutto: Firenze, Rondò di Bacco, 21 marzo 1980


Note: 

Massimo Castri vince il premio Ubu alla regia 1979-1980 per Rosmersholm e Così è (se vi pare). Piera degli Esposti è premiata agli Ubu come miglior attrice.

Ripresa 1980-1981

Debutto: Torino, Teatro Gobetti,  22 aprile 1981

Ripresa 1981-1982

Debutto: Milano, Teatro Carcano, 6 ottobre 1981

DAL PROGRAMMA DI SALA

"Rosmer e Rebecca, i due protagonisti di "Rosmersholm", che, a distanza di anni, ripropongono ancora, in uno spazio di scrittura meno eroico e più realistico, la alternativa tra Brand e Peer Gynt, tentano attraverso l'amore di stabilire tra di loro un rapporto di scambio, di reciproca e positiva modificazione, ma in realtà riescono soltanto, dentro una spirale sado-masochistica, a distruggersi a vicenda.

Spingendosi un po' oltre si può arrivare a vedere in Rosmer e Rebecca le due facce di uno stesso Io: un  "io diviso" che cerca di ricomporsi in una unità superiore e diversa, di sanare la propria lacerazione, ma riesce soltanto, nelle proprie contrazioni nevrotiche, a "negarsi" definitivamente con un doppio, solidale suicidio-omicidio delle due parti nelle quali si era scisso, oggettivandosi, per cercare di prendere coscienza di sé e della propria "doppiezza", in un ultimo tentativo di ricomporsi attraverso una dialettica d'amore."

Massimo Castri Rosmersholm, programma di sala

LA COSTRUZIONE DELLO SPETTACOLO

"C’era da parte di tutti una grande curiosità di lavorare con Castri, una grande condivisione di tutta l’equipe. Tecnici, produzione, scenografo, attori ... furono due mesi intensi (a causa dell’incidente si prorogarono i tempi). Si lavorava in gruppo, tutti assiduamente. Castri aveva già una bozza di copione scarnificato, ridotto a due personaggi e il lavoro proseguì leggendo e riaggiustando il testo insieme agli attori, lavorando soprattutto sulla loro interpretazione, giocata in modo grottesco, come due bambini e come due facce della stessa medaglia. La voce di Piera che si esprimeva in effetti di controcanto e Tino invece con i suoi momenti clowneschi e altri ancora da bambino disperato. Castri aveva di sicuro molto chiaro il risultato che voleva ottenere ma, al tempo stesso, aveva necessità di un periodo intenso di lavoro con gli attori. Fu un incontro importante quello di Schirinzi con Castri, da cui scaturirono altri quattro lavori nel corso degli anni. Un periodo molto felice e anche di grande cambiamento"

Testimonianza di Daniele Stortoni, in Alla Munchenbach, Tino Schirinzi. Un mestiere costruito sull'acqua: biografia, interpretazioni e testimonianze, Taranto Edit@, 2017

 Rosmersholm, prove a tavolino e in palcoscenico ph_ Alabiso ACTB

Piera degli Esposti, Tino Schirinzi ph_ Alabiso ACTB

Piera degli Esposti, Tino Schirinzi ph_ Alabiso ACTB

LA SCENOGRAFIA

Il salotto borghese ibseniano, lo spazio canonico in cui la borghesia tradizionalmente si autorappresenta, diventa una squallida camera da letto, con la prospettiva sullo sfondo della "toilette" aperta, il rumore dello sciacquone, le operazioni banali, materiali, del lavarsi i denti, tagliarsi le unghie dei piedi, circolare in lunghi e impoetici camicioni da notte, e così via. Lo spazio dignitoso, quasi solenne, del salotto borghese è degradato, mostra umoristicamente l'altra faccia. L'effetto comico è irresistibile [...] E intanto la camera da letto è in realtà una doppia camera da letto. Lo scenografo divide lo spazio scenico con un muro centrale che arriva fino al soffitto e che avanza fino al proscenio. [...] Castri Individua ironicamente il nucleo profondo di Rosmersholm, il paradosso di due persone che vivono in perfetta e pura amicizia spirituale, ma nella stessa casa, in una doppia e speculare e solitudine. Costruisce questa condizione impossibile, di intimità prolungata senza intimità reale, senza rapporti sessuali, mostrando di tanto in tanto Rosmer che va a ficcarsi nel letto di Rebecca mentre nello stesso istante Rebecca si infila in quello di Rosmer. Così come si crea una prospettiva mordente su questa comunicazione continua della coppia che si realizza però sempre attraverso una parete divisoria, che diventa un parlare attraverso un muro. Una comunicazione-in comunicante che tesse una infernale spirale sado-masochistica di distruzione reciproca dei personaggi.

Roberto Alonge, La scoperta della commedia nell’Ibsen di Castri, in "Cinema Nuovo",  dicembre 1981 p. 33

BIBLIOGRAFIA

Massimo Castri, Regia = Rosmersholm, in "Il Patalogo 3 Annuario dello spettacolo Teatro+Musica, Ubulibri, Milano, 1981, pp. 167-169.

I taccuini di regia di Rosmersholm sono pubblicati in: Massimo Castri, Ibsen postborghese, a cura di Ettore Capriolo, Milano, Ubulibri, 1984

Roberto Alonge, La scoperta della "commedia" nell'Ibsen di Castri, in Dal te­sto alla  scena.  Studi  sullo  spettacolo  teatrale,  Tirrenia  Stampatori,  Torino 1984, pp. 91-98.

Sull'allestimento dello spettacolo si veda la testimonianza di Daniele Stortoni, in Alla Munchenbach, Tino Schirinzi. Un mestiere costruito sull'acqua: biografia, interpretazioni e testimonianze, Taranto Edit@, 2017 pp. 158-161